UN CAMMINO CHE PORTA LUCE
Noi Suore abbiamo avuto una richiesta di assistenza da parte di un giovane insegnante in una scuola elementare di Sitio Tagbaw, Marilog District. Un luogo distante 75 chilometri con la macchina, poi non entra più nessun mezzo di trasporto tranne i cavalli, si deve camminare per tre ore passando per montagne e fiume. In questa scuola statale ci sono solo quattro insegnanti, dalla scuola materna fino alla sesta elementare. Ma più che una professione, hanno accettato il lavoro come una missione. Gli abitanti di questo posto sono molto poveri, ma vivono con dignità e onore, difatti quando hanno saputo che saremmo venute noi a visitarli, hanno indossato i vestiti migliori che avevano. I bambini, anche se devono attraversare il fiume sono sempre motivati ad andare a scuola e a studiare. La scuola come struttura è in pessimecondizioni; tutto rotto: tetto, soffitto e muro.
Abbiamo accolto la “sfida” insieme con altri giovani che vogliono aiutarci in questo apostolato. Siamo partiti il 15 dicembre 2014 (il giorno prima della data dell’apostolato), portando con noi doni per gli abitanti del posto e per i bambini.
Il viaggio ci è costato tanto perché è stato molto duro il percorso:...salire e scendere dalla montagna, attraversare il fiume e camminare nell’acqua, ma la gioia di poter raggiungere i nostri fratelli, sorelle e bambini per portare la pace e la provvidenza di Dio, è stato il motivo per cui abbiamo percorso la via con serenità e amore. Appena siamo arrivati c’erano bambini che ci hanno accolto subito con premura cercando di aiutarci a togliere le erbe che si sono attaccateai nostri indumenti. Poi è arrivato il tempo di celebrare i Vespri e i bambini presenti hanno voluto pregare con noi con grande serietà e hanno cantato il Padre Nostro con devozione. Quasi tutti i bambini non hanno mai visto una Suora e ci hanno chiamato “madam” e ad alcune “teacher”, ci seguivano ovunque guardando il nostro crocifisso. Dal loro viso traspariva una gioia enorme.
La sera del 15 dicembre abbiamo preparato le buste di riso per distribuirle alla gente. Il giorno seguente,all’alba, verso le quattro (4:00 am), nella piccola chiesa (GKK) abbiamo participato con la comunità cristiana alla liturgia della Parola di Dio; primo giorno della novena di natale. Era tutto buio perchè non c’è ancora elettricità in quel luogo. Abbiamo acceso le luci che abbiamo portato con noi, ma la cosa più impressionante era vedere la gente che si alzava molto presto per poter camminare chilometri e arrivare puntualmentealla preghiera comunitaria. Le persone si riuniscono in accordo ed iloro occhi brillano di gioia per preparare la venuta del Signore. Tutta la comunità in quel luogo è cattolica. Abbiamo avuto, quindi, l’occasione di sperimentare l’accoglienza, la semplicità e la generosità delle persone così da esserne tutte edificate. La nostra presenza tra loro ha portato gioia e considerazione, infatti si sono sentiti valorizzati, tanto che ringraziavano in continuazione.
La giornata del 16 è stata un giorno di festa. Abbiamo preparato giochi, merendine, pranzo e pacchetti-regalo per i bambini e gli adulti. Tutti hanno participato con gioia e gratitudine anche se hanno ricevuto poche cose. Questo evento ci ha edificato tanto, soprattutto ci ha fattotoccare con mano la gioia che un povero può provare nelle cose minime e semplici. La gioia non nasce avendo solo le cose che vogliamo e sogniamo di raggiungere, la felicità non si trova soltanto quando le difficoltà sono assenti, la pace non si ottiene senza riconoscere che al di là di tutto c’è il Signore, l’Unico Sommo Bene, che riempie e colma il cuore con ogni benedizione.
Siamo tornate a casa stanche ma con la voglia di ritornare in quel posto per portare un piccolo aiuto (riso e altri viveri, medicine e vitamine, vestiti, quaderni e penne, ecc.). Sono le cose fondamentali di cui hanno più bisogno. Ci affidiamo alla Provvidenza di Dio e speriamo di poter dare un aiuto concreto alla gente trasmettendo la benevolenza e la misericordia del Signore. Nel nostro cuore rimane un senso di gratitudine,perchè il Signore ci ha colmato di gioia nel servire e nel trasmettere la bontà di coloro che sostengono la nostra missione. “Quanto sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza”(Is 52,7).
La gente ci pregava di tornare, erano commossi. Si sono sentiti importanti vedendo il sacrificio che ciascuno ha fatto per poter arrivare nel loro posto. La loro accoglienza era per noi un grande incoraggiamento che ha ravvivato lo zelo di servire la Chiesa di Dio senza riserve, senza indugio ed esitazione. Il Signore ci renda partecipi di quest’opera redentrice!
Sr Maria Angela Remonde AGC